21 gennaio
1.La storia.
Il Partito Comunista Italiano nacque ufficialmente il 21 Gennaio 1921, con il nome di Partito Comunista d'Italia (sezione della Terza Internazionale), denominazione che mantenne fino al 1945; fu fondato dalla Frazione comunista astensionista guidata allora da Amedeo Bordiga, a cui si aggrego' immediatamente Antonio Gramsci, che capeggiava il gruppo cosiddetto dell''Ordine Nuovo', settimanale che aveva fiancheggiato le lotte della classe operaia torinese nel 'bienno rosso' (1919/1920) e che aveva tra i promotori anche Palmiro Togliatti, Umberto Terracini e Angelo Tasca. Preceduta dal convegno comunista di Imola del novembre 1920, in cui si erano gettate le basi del partito rivoluzionario di classe che, aderendo all'Internazionale, si impegnava a rompere con ogni forma di riformismo e di opportunismo e a rendere conseguenti i deliberati del 2° Congresso della Terza Internazionale fondata da Lenin nel 1919, la scissione fu consumata verso la fine dei lavori del XVII Congresso del Partito Socialista che si teneva dal 15 di gennaio al Teatro S.Marco: il 21 di gennaio, i comunisti raggiunsero il Teatro Goldoni di Livorno al canto dell'Internazionale. Essi, dunque, si caratterizzavano per l'adesione incondizionata ai "21 punti" indicati dall'Internazionale di Lenin e in sostanza, nascevano per offrire al proletariato lo strumento piu' idoneo per la sua emancipazione definitiva dalle spire del capitalismo, recidendo i legami organizzativi con l'imbelle e impotente revisionismo del PSI di Turati. I lavori dei comunisti si esaurirono in due riunioni, occupate dai saluti dei delegati stranieri e di organizzatori, dalla costituzione del Partito Comunista d'Italia, letta da Fortichiari, e dalle decisioni organizzative piu' urgenti: la sede centrale del Partito fu fissata a Milano, con "Il Comunista'' come organo ufficiale; fu eletto il Comitato Centrale. Alla forza iniziale del PCd'I si aggiunse dopo pochi giorni (29-31 gennaio) quella della Figs (oltre 50.000 iscritti) che, riunitasi in congresso a Firenze, aderi' al nuovo partito con una maggioranza schiacciante e muto' il suo nome in quello di Federazione giovanile comunista italiana, da cui di li' a poco si distingueranno, tra
gli altri, i giovani dirigenti e combattenti rivoluzionari Luigi Longo e
Pietro Secchia.
Qual'era il programma del Partito, allora? Essenzialmente, sotto la guida di
Bordiga, quello della pura agitazione e propaganda; ma dopo la rottura di
questi con l'Internazionale, prestigio sempre piu' rilevante assumera' la
figura di A.Gramsci, che sfocio' nella sua leadership dichiarata al
Congresso di Lione del 1926 e che, nonostante la feroce repressione fascista
che si abbattè di li' in poi, gettera' le basi per un forte, organizzato ed
incisivo Partito Comunista, in prima fila nella guerra di liberazione
nazionale della Resistenza e cardine popolare influente e di massa nella
costruzione della Repubblica dal 1945 in avanti.
2. Il presente e il futuro.
Di fronte all'offensiva reazionaria e demagogicamente populista e
plebiscitaria della nuova forma di fascismo che si e' incarnata attualmente
nel progetto della bicamerale, nello svuotamento delle prerogative
costituzionali, nel maggioritario e le sue varianti, nel finto perbenismo
dei servi del capitale, i neofascisti di Fini in versione aggiornata, e
cioe' una determinata forma di egemonia del capitalismo monopolistico, e'
necessario il rafforzamento e lo sviluppo di un Partito Comunista con la
qualita' della sua organizzazione e di massa.
La deriva moderata e centrista del PDS, dimostra infatti sempre di piu', che
la nascita di un Partito Comunista , dopo lo scioglimento del PCI , fu una
scelta dettata da necessita' obiettive, oltre che ideali e storiche e che la
sinistra potra' e dovra' essere vincente, solo se ritrova la forza del suo
antagonismo sociale. Lo sviluppo di questo partito si avra' quanto piu' si
rafforzeranno le sue radici di classe e la sua chiarezza strategica nella
prospettiva del socialismo e per la massima liberta' degli uomini che e'
liberazione dallo sfruttamento imposto dal sistema capitalistico.
Tra i "21 punti" dell'Internazionale Comunista
"17. Conforme a cio' tutti i Partiti, che vogliono appartenere alla
Internazionale Comunista, debbono cambiare il loro nome. Qualunque Partito
voglia appartenere alla Internazionale Comunista, deve portare il nome:
Partito Comunista del paese cosi' e cosi' (Sezione della Terza
Internazionale Comunista). La questione del nome non e' questione formale,
ma questione politica di grande importanza. L'Internazionale Comunista ha
dichiarato la guerra a tutto il mondo borghese e a tutti i Partiti
socialdemocratici gialli. E' necessario che a ogni semplice lavoratore sia
chiara la differenza tra i Partiti Comunisti e gli antichi Partiti ufficiali
"socialdemocratici" e "socialisti" che hanno tradito la bandiera della
classe operaia."
Dal Programma del PCd'I (tratto da "Il Comunista", 31 gennaio 1921)
"
4. L'organo indispensabile della lotta rivoluzionaria e' il partito
politico di classe. Il Partito comunista, riunendo in se' la parte piu'
avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli sforzi delle masse
lavoratrici, volgendoli dalle lotte per gli interessi di gruppi e per
risultati contingenti alla lotta per la emancipazione rivoluzionaria del
proletariato; esso ha il compito di diffondere nelle masse la coscienza
rivoluzionaria, di organizzare i mezzi materiali d'azione e di dirigere
nello svolgimento della lotta il proletariato."
POPOLO E MARXISMO
"Il marxismo non ha mai fatto del successo immediato la misura della
verita'. Una politica e' giusta indipendentemente dal successo immediato,
nella misura in cui essa rappresenta gli interessi reali della classe su cui
si appoggia. I comunisti hanno l'ambizione di conquistare alle loro idee la
maggioranza del popolo, ma non sono cosi' ingenui da pensare che questa
conquista possa farsi in modo regolare e tanto meno spontaneo, su una strada
piana e ben lastricata, senza ostacoli e dirupi scoscesi. Se si dimenticano
questi dati elementari si falsifica la storia, si falsifica il marxismo."
(Pietro Secchia, da Lotta antifascista e giovani generazioni, 1973,
pag.129).
Dall'appello dell'Internazionale Comunista alla classe operaia italiana:
"...non bisogna dimenticare che ogni ora di sosta e' guadagnata e
impiegata dalla borghesia anche essa all'organizzazione delle proprie
forze..."
* "Se noi esaminiamo le cause di un tale stato di cose, scorgiamo che la
principale consiste nel fatto che il Partito e' contaminato da elementi
riformisti o liberali borghesi, i quali nel momento della guerra civile
si trasformano in veri agenti della controrivoluzione, nemici della
classe proletaria."
* "L' utilizzazione della tribuna parlamentare e' necessaria al
proletariato. Ma per questo e' necessario che tutta l'attivita' della
frazione parlamentare del proletariato esprima la tattica
rivoluzionaria del proletariato."
* "Il Partito deve escludere dal proprio seno i capi riformisti e mettere
al posto di quelli che fanno il giuoco della borghesia, i veri capi
della rivoluzione proletaria."
* "...liberate il Partito dall'elemento borghese ed allora, allora
soltanto, la disciplina di ferro del proletariato e del partito
condurranno la classe operaia all'assalto delle fortezze del capitale".
a cura dell'Associazione politico-culturale nazionale 'Pietro Secchia'
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