Ferdinando Dubla

 

Appunti:

 

schema di intervento per la relazione introduttiva al dibattito organizzato dal PdCI di Taranto il 10 dicembre 2007 (presso il Salone degli Stemmi dell’Amministrazione Provinciale) e che ha visto la partecipazione di Andrea Catone (storico, responsabile del Centro Studi sulla transizione al socialismo) e le conclusioni di Giuseppe Merico, segr. regionale pugliese del PdCI.

 

ATTUALITA’ DI UNA RIVOLUZIONE

 i valori della sinistra a 90 anni dalla rivoluzione bolscevica

 

schema dell’ intervento di Ferdinando Dubla

[blog 10 dicembre 2007]

 

 

Noi partiamo da un assunto di Gramsci: una rivoluzione è sempre antidogmatica, anche la rivoluzione bolscevica fu ‘contro il capitale’, cioè creativa e prepotentemente aderente alla realtà rispetto ad una lettura statica degli schemi teorici degli stessi Marx ed Engels. D’altra parte, Lenin è l’artefice massimo di quella rivoluzione, e secondo Lenin la teoria marxista non è un dogma, ma una guida per l’azione. Una teoria della rivoluzione, dunque, anche oggi, deve confrontarsi con le contraddizioni della realtà quotidiana, con la vita, sempre più ricca degli schemi teorici.

 

Lenin lottò contro l’economicismo (menscevico) e le concezioni meccaniciste, che sfociavano nell’attendismo.

Gli attacchi furibondi che in occasione del 90° sono stati messi in essere pesantemente in Italia, dimostrano che l’egemonia culturale è saldamente nelle mani delle classi dominanti: d’altra parte non può esservi egemonia culturale senza egemonia sociale.

Anche ‘Liberazione’ ha contribuito di suo, ospitando inopinatamente sulle sue colonne, proprio il 7 novembre, le spiegazioni ‘psichiatriche’ di Bifo, che farebbe bene, lui sì, a sottoporsi a una visita medica antidepressiva.

 

Il simbolo della rivoluzione fu lo Smol’nyj di Pietrogrado, antico palazzo destinato ad ospitare l’educandato delle fanciulle nobili, e divenuto invece cuore pulsante del comando della rivoluzione.

 

Quali valori trasmette oggi la Rivoluzione d’Ottobre alla sinistra (la sinistra comunista, ma anche la sinistra che voglia autenticamente essere democratica e progressista)?:

-         la pace, ma non può esservi pace senza una strenua lotta contro l’imperialismo

“la risoluzione del Congresso internazionale di Basilea del 1912, fu messa da parte ed i partiti socialisti dei paesi coinvolti nel conflitto mondiale assunsero posizioni socialscioviniste e socialpatriottiche”,  (La Rivoluzione d’Ottobre – memorie e testimonianze dei protagonisti, a cura di Adriana Chiaia, Zambon ed., 2006, pag.9).

Fondamentale fu l’analisi di Lenin dello sviluppo del capitalismo entrato nella sua fase imperialista.

La pace e la lotta contro l’imperialismo erano strettamente intrecciate con la concezione dei diritti dei popoli oppressi all’autodeterminazione.

Attualità di queste tesi oggi  nell’epoca della ‘globalizzazione’: centralizzazione e concentrazione di capitali, sviluppo del capitale finanziario, esportazione di capitali, spartizione delle ‘sfere d’influenza’ tra i monopoli sopranazionali, nuova ripartizione del mondo tra le potenze imperialiste, tendenza alla guerra per risolvere le contraddizioni interimperialistiche).

 

-         la democrazia, una democrazia di base, senza deleghe, più avanzata nelle forme e nei modi di quella assunta dalla rivoluzione francese, ma riveniente dall’esperienza della Comune di Parigi del 1871.

I soviet, degli operai, dei contadini e dei soldati, era una forma, anzi la sostanza stessa della democrazia socialista.

L’origine della democrazia soviettista è nell’esperienza storica della Comune di Parigi (1871): la Comune era stata composta da consiglieri municipali eletti a suffragio universale nei diversi mandamenti di Parigi, responsabili e revocabili in qualunque momento. La maggioranza dei suoi membri erano naturalmente operai, o rappresentanti riconosciuti della classe operaia.

I primi soviet erano sorti già con la rivoluzione del 1905. Lo zar Nicola II fu detto “il sanguinario” dopo la carneficina ordinata nella ‘domenica di sangue’ del 1905, contro un corteo pacifico di operai accompagnati dalle loro famiglie. E per compiacere poi agli alleati dell’Intesa, non aveva esitato a mandare a morte sicura 20.000 contadini-soldati. 90.000 furono fatti prigionieri.

Fu con il II Congresso dei Soviet dei deputati, degli operai, dei soldati di tutta la Russia insieme ai delegati dei soviet dei contadini, riunitosi nello Smol’nyj a Pietrogrado il 25 ottobre 1917, che i soviet diventarono la struttura dello Stato sovietico. Con la loro vasta rete, che copriva l’immenso paese, favorivano la partecipazione diretta alla vita politica delle avanguardie degli operai e dei contadini poveri, che ne erano sempre stati esclusi.

 

-         la lotta di classe: nel 1912 i bolscevichi del POSDR(b) si misero alla testa degli scioperi con le parole d’ordine della giornata lavorativa di 8 ore e della confisca delle terre.

Il Partito bolscevico era impegnato a mostrare il ruolo dei capitalisti che aumentavano i loro profitti, mentre il tributo di sangue, la miseria e la sofferenza delle masse cresceva oltremisura.

Il Partito bolscevico pagò la sua rappresentatività con arresti e gli assassinii dei suoi membri, con la devastazione delle sue sedi e la soppressione dei suoi organi di stampa. Tenne strette le sue fila con una grande coesione derivante dall’altissima motivazione ideale, dalla disciplina cosciente, dal coraggio che animava i militanti, combattendo strenuamente contro l’attendismo.

Cercarono sempre, e con ogni mezzo, di evitare gli inutili spargimenti di sangue, ma nulla poterono contro il tradimento degli Junker che provocò il massacro di 500 soldati davanti al Cremlino nel 1917.

 

Conclusioni: le cannonate dell’incrociatore “Aurora”, ‘aurora della libertà’, segnarono la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra. Forse spetta a noi, comunisti marxisti del nuovo secolo, con le nostre scelte, le nostre elaborazioni, le nostre azioni e le nostre lotte, risolvere la disputa storica se siamo ancora all’interno di quell’epoca aperta con la Rivoluzione d’Ottobre (nonostante la fine dell’URSS) oppure se essa sia stata chiusa con la vittoria delle forze padronali e le classi reazionarie.  

Nonostante le nostre attuali insufficienze e limiti, noi crediamo che l’epoca aperta dalla Rivoluzione d’Ottobre sia non solo ancora aperta, ma appena agli inizi.

fe.d., 10 dicembre 2007

 

 

 

 

 torna all'index del blog