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LA DITTATURA LEGALE
L'eurodeputato Luigi De Magistris, eletto al PE come indipendente nelle liste dell'IdV, esprime come pochi, con nitida chiarezza, l'urgenza e la drammaticità della questione democratica nel nostro paese, corroso dalla corte di Berlusconi e dei suoi servi
----- Luigi De Magistris -----
da IL FATTO del 3 gennaio 2010
Ogni regime
fonda la sua esistenza sulla distruzione degli oppositori, l'intimidazione
dell'avversario, la criminalizzazione di ogni forma di dissenso. Il peronismo
berlusconiano basa molto del suo consenso sulla propaganda di regime e sulla
persecuzione delle opposizioni. Questo consenso che accompagna Berlusconi è in
buona parte drogato, falsato, artato. Il controllo, diretto o indiretto, di
parte significativa dei mezzi di comunicazione da parte del dittatore-padrone,
gli consente di costruire campagne mediatiche per accrescere il consenso attorno
a lui ed alla sua servente e servile maggioranza. Fa politica con le carte
truccate il grande mestatore di coscienze. Il piduista non accetta la sfida di
agire politicamente in condizioni di parità con l'avversario. Non accetta
l'assenza di conflitti d'interesse, in quanto il consenso falsato di cui gode si
ridurrebbe immediatamente. Essendosi comprato, nel corso degli anni, i mezzi di
informazione, l'assenza di eticità e trasparenza che connota il suo agire non lo
condurrà mai ad accettare sfide in condizioni di parità perché, come tutti i
dittatori, ciò che teme è proprio il confronto alla pari.
Altro aspetto tipico dei regimi neo-autoritari, fortemente impregnati di poteri
occulti, è quello di agire nel rispetto apparente della legalità. E' quello di
crearsi norme a proprio piacimento e somiglianza in modo da ingannare il popolo
facendo intendere che i governanti agiscono nel rispetto della legge. In realtà,
vi è una produzione di norme illegittime tese a garantire al dittatore un agire
apparentemente legale. Leggi illegittime, provvedimenti amministrativi contra
legem, prassi illegali. Il governo abusa del diritto per rendere la norma
autoritaria. La Costituzione è violata attraverso la legislazione ordinaria: il
Lodo Alfano, lo scudo fiscale, la legge che limita i poteri del Pubblico
Ministero, quella sulla prescrizione breve, la legge sulle intercettazioni. Il
custode della Costituzione non dovrebbe più far finta di nulla.
Il regime dei poteri forti, oggi personificato da Silvio Berlusconi, domani non
sappiamo da chi, desidera una magistratura prona al potere politico. Una
magistratura che obbedisca ai desiderata della politica, servente dei poteri
forti. Parte della magistratura si sta già adeguando da tempo, come accaduto
durante il fascismo. Il tutto con il rispetto, apparente, delle norme. Il regime
della carta da bollo, come i legulei ai tempi del podestà. Un regime legale,
ancor più pericoloso di quello dell'olio di ricino. Difatti, alla violenza
fisica delle dittature si può opporre la resistenza fisica; a questo regime, che
ha il volto della violenza morale e della violenza della legge, si deve opporre
una sana e robusta, oltre che pacifica, resistenza costituzionale.
E' evidente che ogni forma di dissenso viene criminalizzata. Si prende a
pretesto una banale azione di un folle o di un criminale - non tenuto a bada
dalle guardie presidenziali - per aggredire l'opposizione politica e sociale,
per tentare di controllare la rete, per criminalizzare le piazze. Si mettono in
campi gli 'arnesi' del regime. La dittatura berlusconiana - ben puntellata da
quella parte dell'opposizione consociativa - inculca il pericolo della
sovversione e dell'estremismo. In realtà, l'eversione dell'ordine democratico è
al Governo, da tempo. Un regime che sta smantellando la democrazia e lo Stato di
diritto, disintegrando anche lo Stato sociale di diritto, ossia il nerbo del
nostro Paese. La criminalizzazione delle opposizioni è decisiva per il regime in
quanto i contrappesi costituzionali ed istituzionali sono, ormai, sempre più
labili. La Presidenza della Repubblica è timida nella difesa della Costituzione,
agisce in maniera insoddisfacente, con un'azione fortemente sistemica. La
magistratura è intimidita, resa sempre più burocratica ed inconcludente nel suo
agire. Il conformismo giudiziario prende sempre più corpo. Meno male che vi sono
ancora magistrati dalla schiena dritta che onorano l'ordine giudiziario. Taluni
oppositori parlamentari sono attratti più dal dialogo con il dittatore che da
alleanze forti con chi si oppone al regime.
Quello che terrorizza il regime è il dissenso nel Paese. Dissenso che si fonda
sull'informazione di giornalisti e narratori liberi. Il regime ha paura del
pensiero libero e critico. Il regime teme l'organizzazione del dissenso, del suo
manifestarsi, ma soprattutto teme che si possa concretizzare in agire
collettivo. Ecco perché il regime passa dalla scomunica della piazza quale
antipolitica all'allarme sovversione. Si vuole intimidire ed impaurire chi
partecipa. La partecipazione terrorizza la dittatura. Si vogliono creare le
condizioni per criminalizzare il conflitto sociale. Si prendono gioco del dramma
del lavoro. Al dittatore ed ai suoi servi non interessa nulla del popolo che
soffre, anzi sfruttano dolori e drammi per rendere il Paese ancora più
autoritario, guidato dalla borghesia mafiosa. Il regime teme l'unione tra
opposizione parlamentare ed opposizione sociale e di piazza. Il regime teme il
crollo attraverso mobilitazioni di lavoratori, di senza lavoro, di precari, di
studenti, di impiegati, di operai. Il regime teme il popolo informato, ha paura
del pensiero libero. Allora tenta di drogarlo o narcotizzarlo con la propaganda
di regime o di criminalizzarlo.
E' compito del popolo, custode della democrazia e della Costituzione, mettere in
azione la ribellione democratica, indignata, non violenta, per far crollare
questo regime populista e far ritornare nel nostro Paese la democrazia
alimentata dal fresco profumo di libertà.
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