Contro la provocazione, l'avventurismo, il terrorismo

Per la pace, il lavoro, l'indipendenza e la sovranita' nazionali

Comunicato di Angiolo Gracci, Presidente del Comitato Unitario Nazionale Antimperialista

In questi giorni la stampa ed i telegiornali hanno dato notizia di una vasta operazione di polizia nei confronti di militanti della Sinistra. Si e' fatto cenno al "Campo antimperialista di solidarieta' tra i popoli" del 22-29 agosto, presso il camping Pineta di Giano nell'Umbria e l'avvenimento e' stato collegato all'assemblea costitutiva del Comitato unitario nazionale antimperialista (C.U.N.A.) tenuta a Firenze il 19 settembre presso il locale Dopolavoro ferroviario. Le notizie su questi due fatti - avvenuti, peraltro, pubblicamente e nella piena legalita' democratica - sono state caricate di significati pesantemente ambigui.

Ai sensi della legislazione sulla stampa e facendo appello ai senso di dovere professionale dei giornalisti, chiediamo la pubblicazione delle seguenti precisazioni:

1. L'assemblea costitutiva del Comitato unitario nazionale antimperialista del 19 settembre si e' svolta, in modo pubblico e nella piena legalita' democratica. Era stata preannunciata a livello nazionale con l'affissione di un apposito manifesto e la stampa era stata invitata ad assistervi. Il dibattito era aperto alla partecipazione di tutti. L'assemblea - alla quale non parteciparono ne' aderirono i Carc - aveva concluso precisando le direttive politiche del costituito Comitato unitario:
a) promuovere in Italia un movimento di lotta contro l'imperialismo con caratteri di continuita';
b) collegarvi le lotte della classe lavoratrice;
c) recuperare spirito ed ideali della Resistenza, dando priorita' alla lotta congiunta contro l'imperialismo straniero occupante e quello collaborazionista responsabili della violazione dell'indipendenza, della sovranita' nazionali e della Costituzione democratica del popolo italiano.

2. Il campo antimperialista svoltosi nell'agosto in Umbria fu annunciato con l'affissione in varie citta' italiane di centinaia di manifesti con l'indicazione delle 35 soggettivita' promotrici. Il campo ha visto la partecipazione di militanti tutti ospiti regolarmente registrati presso la direzione del camping. Le riunioni sono state aperte a chi volesse parteciparvi. Questi i temi di discussione, peraltro, resi noti precedentemente con un volantino illustrativo ampiamente diffuso in tutta Italia: aggressione Nato al popolo yugoslavo e conseguenti violazioni della Costituzione italiana; lotte dei popoli palestinese, curdo, saharawi, filippino e del centroAmerica; globalizzazione e crisi degli stati-nazione; capitalismo multinazionale e lotta di classe; guerra a bassa intensita' condotta - nel dopoguerra - in Italia, dalle centrali eversive imperialiste (stragi terroristiche, organizzazioni clandestine al servizio di potenze straniere, ecc.); involuzione degli eserciti di leva in eserciti mercenari professionali, islamismo e resistenza in Medio Oriente, prigionia politica.

Nel fornire all'opinione pubblica, attraverso i mass-media, questi ulteriori chiarimenti, riteniamo che la stampa avrebbe dovuto riconoscere il nostro scrupoloso rispetto dei metodi democratici. Per contro, dobbiamo deplorare come antidemocratico e non leale il comportamento dei quotidiani che, pur presenti all'assemblea del 19 settembre, non ne dettero alcuna notizia accennandone adesso solo per suscitare, con deteriore sensazionalismo, diffamatori sospetti sulla nostra meritoria iniziativa. Tutto questo in danno di cittadini, lavoratori onesti, quali siamo, che - nel generale, riconosciuto arretramento ideale e culturale e nell'altrettanto allarmante disimpegno politico - hanno deciso di agire, da coerenti patrioti, in difesa dei beni piu' preziosi del popolo italiano: la pace, il lavoro, l'indipendenza e la sovranita' nazionali, da tempo pesantemente compromessi, insidiati e umiliati.

In questa prospettiva di impegno politico non ci lasceremo intimidire, ne' coinvolgere in provocazioni o avventurismi di sorta, soprattutto da chi consideriamo, a ragione, storicamente "fuorilegge" per avere violato e continuare a violare la Costituzione nata dalla resistenza. Per questo e' necessario, oggi piu' che mai, che la Resistenza continui nello spirito col quale fu riconosciuta, quale fondamentale e irrinunciabile diritto-doveredegli italiani, dall'art. 50 del Progetto della nostra tradita Costituzione:
"Quando i poteri pubblici violino le liberta' fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all'oppressione e' diritto e dovere del cittadino".

Angiolo Gracci
[Presidente C.U.N.A.]

27 ottobre 1999

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