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rossa-lavoro politico
Angiolo Gracci (fondatore):la vita, gli
scritti
Ferdinando Dubla (direttore):biografia e
opere
Tagli, sovraffollamento, mancanza di
sicurezza… L’anno scolastico si apre all’insegna del caos
da
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Thais
Palermo Buti - Radio Città Aperta 06/09/2010 -----
Non solo di precari è fatta la scuola italiana. Per il secondo
anno consecutivo l’apertura delle scuole avviene all’insegna del caos più
totale. L’incertezza degli alunni che non sanno per quante ore settimanali
frequenteranno, soprattutto se hanno chiesto tempo pieno e tempo prolungato;
l’incertezza delle famiglie che non sanno a quale santo votarsi se i loro figli
non saranno ammessi al tempo pieno; l’incertezza dei precari che non sanno se
avranno il posto di lavoro; l’incertezza dei docenti di ruolo sull’orario;
l’incertezza dei dirigenti a organizzare le classi, visto che aumentano gli
alunni ma diminuiscono i posti; l’incertezza dei direttori amministrativi che
non sanno in base a quale budget finanzieranno i piani dell’offerta formativa;
l’incertezza degli studenti delle superiori appena “riformate” che faranno più
latino e meno laboratorio se sono ai tecnici e meno italiano e più informatica
se sono al classico... In tanta incertezza, però, una cosa è certa: i tagli
finanziari e di personale. In 3 anni sono stati infatti tagliati ben 8 miliardi
di euro di finanziamenti alle scuole pubbliche e oltre 120 mila posti di lavoro.
I tagli aggravano il problema annoso del sovraffollamento. Gli effetti del Dpr
81/2009, che ha innalzato il numero minimo e massimo di alunni per classe, uniti
ai tagli d'organico, hanno determinato la formazione di meno sezioni, sempre più
affollate. E, stando ai dati, i tagli imposti dalla cosiddetta ‘riforma Gelmini’
alla scuola pubblica incidono anche sulla incolumità degli alunni. Secondo i
sindacati, infatti, 7 licei scientifici su 10 supererebbero il limite massimo
imposto dalla legge di 25 alunni per classe, arrivando, nei casi più estremi, a
formazioni da 35 ragazzi. Il risultato è ancora più drammatico per le prime
classi, composte da un minimo di 27 alunni e da un massimo di 30-31. Un tetto
che può essere superato quando la somma dei "resti" non basti a giustificare una
nuova sezione di almeno 27 unità.
Gli istituti si difendono come possono. Per limitare l'affollamento delle aule,
la dirigente dell'Itis Fermi di Roma, Monica Nanetti, ha inviato all'Ufficio
scolastico la documentazione dell'Asl sull'agibilità delle aule, sottolineando
che i limiti fissati dal ministero non tengono conto della situazione degli
edifici e sono in contrasto anche con le norme di sicurezza, in particolare con
il decreto ministeriale del 1992 sulla prevenzione degli incendi per l'edilizia
scolastica, che stabilisce un tetto massimo di 26 persone per aula, insegnante
compreso.
Ebbene sì. Nella giungla della recente riforma, le classi fuorilegge spiccano il
volo. Come se non bastasse, queste classi verrebbero spesso collocate in
strutture altrettanto fuorilegge. Secondo una denuncia del Codacons, quasi un
istituto scolastico italiano su tre non è a norma.
Di questi rischi sarebbe ben cosciente il Ministero dell’Istruzione che, secondo
l’associazione dei consumatori, avrebbe sotto mano un "documento segreto"
contenente l’elenco di tutti gli istituti con seri problemi. Quelli con "gravi
criticità" sarebbero ben 12mila, a volte talmente gravi da mettere a repentaglio
la salute di studenti, insegnanti e personale scolastico. Ma in caso di
incidente, sono i presidi a risponderne in sede penale e civile senza avere però
i fondi necessari a mettere in sicurezza le aule.
In fondo non c’è molto da sorprendersi, in un paese dove tra il 1995 e il 2005
la spesa per studente nella primaria e nella secondaria è cresciuta al massimo
del 5% contro il 35% dei paesi OCSE. Professori precari, strutture precarie,
sistema precario. La politica dell’attuale governo sembra davvero coerente.