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Angiolo Gracci (fondatore):la vita, gli scritti
Ferdinando Dubla (direttore):biografia e opere
 
 

 

PDCI: I TRE CERCHI CONCENTRICI

di Sarah Latorre

Una grande platea composta da più di 600 delegati, e 50 delegazioni estere tra cui Cina, Cuba,  Brasile, Vietnam, Germania, Francia, Venezuela  e Argentina. Questo è stato, numericamente, il VI° Congresso Nazionale del Partito dei comunisti Italiani.

Per una giovane militante come me è stata un’esperienza formativa senza paragoni, ho avuto la possibilità di conoscere tanti compagni, di interagire con loro, di confrontarmi e di apprendere nuove cose, senza soggezioni di alcunchè, mi sono sentita a casa, letteralmente mi sono sentita tra compagni. Un congresso “sincero”, dove abbiamo ammesso gli errori del passato senza paura di metterci in discussione.

Il congresso si è svolto al PalaCongressi  di Rimini dal 28 al 30 ottobre dove ci siamo posti un obiettivo di lungo periodo, quello di ricostruire in Italia il Partito Comunista, questo obbiettivo, senza dubbio coraggioso e impegnativo,  è parte strutturale di una linea politica più ampia,  quella dei tre cerchi concentrici.

·        Prima di tutto “Fuori i mercanti dal tempio” (per impiegare una metafora usata dallo stesso Diliberto) e per fare questo ci vuole un’ alleanza democratica, che si tenga in piedi non solo per la voglia di sconfiggere qualcuno, ma da un programma preciso che per i comunisti italiani è formato da tre punti fondamentali chiari e comprensibili a tutti: 1) Un fisco più equo  con la redistribuzione del reddito (Patrimoniale), 2) Investire sul sapere, sulla cultura , sulla scuola, sulla ricerca, aumentando i fondi alla scuole e alle università pubbliche. 3) Lotta alla precarietà con l’abrogazione della legge 30.

·        Su questi tre punti è possibile un patto di legislatura con il centrosinistra, ma non di governo,  non perché non si è capaci, ma perché al momento non ci sono le condizioni politiche, visto le esperienze passate, un eventuale ingresso nel governo aumenterebbe le lacerazioni nel nostro popolo. Ma questo non ci basta, perché la sinistra deve aver la capacità di contare nel paese e nelle istituzioni, perciò chiediamo  anche l’unità delle forze a sinistra del PD, perché è storicamente dimostrato che quando la sinistra socialdemocratica e la sinistra comunista sono divise, i diritti dei lavoratori e delle classi sociali più deboli sono a rischio, e quindi proponiamo a SeL un soggetto federativo della sinistra che abbia l’ambizione di essere a due cifre, che possa contare nella società, che possa difendere le classi di riferimento, perché è questo che ci chiede il nostro popolo.. Unità.

·        E nel segno dell’unità è necessario in Italia la costruzione di un unico Partito Comunista, le risposte da parte di Rifondazione Comunista non sono delle più incoraggianti, ma tuttavia noi crediamo che gli stessi compagni di Rifondazione individueranno in noi il soggetto politico in grado di mettersi in discussione per l’unità, proprio perché superabili in avanti nel momento in cui si costituirà un unico Partito Comunista, più grande e più forte. Per queste ragioni il nostro appello per l’unità rimane, confidando nel buon senso dei compagni.

Questi tre cerchi non sono in contraddizione tra loro, ma anzi si completano a vicenda, e coloro che accentuassero l’uno o l’altro in concorrenza con gli altri sbaglierebbe linea politica.

 S.Lt, segreteria PdCI di Taranto, novembre 2011