L'A.P.I,
l'Associazione dei Pionieri d'Italia, nasce dopo La lotta di Liberazione
Nazionale, nel 1950 ha un proprio organo di stampa settimanale «IL PIONIERE»,
un vero giornale per i ragazzi, diverso da tutti gli altri, usciva ogni domenica
ed era diretto da Dina Rinaldi, cesserà le pubblicazioni nel maggio del 1962 e,
con esso, di lì a pochi anni l'Associazione dei Pionieri cesserà ogni attività:
dobbiamo infatti annotare il periodo che intercorre dalla cessazione della
pubblicazione del Pioniere a quella in cui sorse l’Associazione degli Amici
del Pioniere dell'Unità (dal 1963 al 1966 il giornale rinacque come «il
Pioniere dell'Unità», usciva come inserto gratuito del quotidiano comunista
L’Unità ogni giovedì). L’associazione è strutturata in circoli, è
possibile però aderire anche individualmente ove non sussistano le condizioni
per riunirsi in circoli, riunisce tutti i ragazzi e le bambine d’Italia fino
all’età di quindici anni, i Pionieri si distinguono perché portano al collo
un fazzoletto rosso ornato dal tricolore nazionale. I Pionieri d’Italia
saranno conosciuti oltre la cerchia dell'organizzazione comunista (P.C.I) nel
1951 in occasione dell'alluvione del Polesine. Sorsero infatti le
<<staffette della solidarietà>> organizzate dai Pionieri, che
raccolsero denaro e indumenti per gli alluvionati. Da quella prima gara di
solidarietà, che accomunò ragazzi e ragazze di ogni città d'Italia, le
iniziative di solidarietà si ripeterono nei modi e nelle forme più diverse.
Nel 1953 e '54, quando i lavoratori delle grandi fabbriche scesero in sciopero,
i ragazzi dell'A.P.I e i lettori del Pioniere, organizzarono raccolte di viveri
in favore degli operai della S. Giorgio di Genova, della Breda di Milano, dei
cantieri di Marghera. Poi i Pionieri del nord aprirono una campagna di
sottoscrizione in favore dei Pionieri del sud e fu anche grazie a questo se a
Napoli, Bari, Taranto, Foggia, Salerno e Palermo sorsero nuovi reparti di
Pionieri. Nel 1957, diecimila ragazzi italiani inviarono le loro «cartoline
d’amicizia» a James e David , i due ragazzi negri d’America, puniti perché
avevano giocato con una bambina bianca; così come l’espressero agli eroici
coniugi Rosenberg, ingiustamente condannati alla sedia elettrica. E, ancora, nel
1960. i Pionieri espressero ininterrottamente la loro solidarietà ai ragazzi e
ai patrioti algerini.
A
queste tappe, altre se ne aggiunsero: concorsi su temi dedicati alla pace, al
lavoro, alla scienza, manifestazioni in onore del Primo e Secondo Risorgimento;
tornei sportivi; feste di fine anno e del ritorno a scuola»; la creazione di
giornaletti scolastici e di circolo, la creazione delle «staffette del Pioniere»
che dettero, sempre, un grande e prezioso contributo alla diffusione del
giornale fra gli amici e i compagni di scuola. L’Associazione dei Pionieri
assieme al Pioniere è stata una grande conquista, ma genitori ed educatori, pur
apprezzandola, non l’hanno pienamente difesa e arricchita di nuovi slanci e
coscienti aiuti che avrebbero di certo contribuito a continuare in questa
impresa fino ai giorni nostri.
L’Associazione
dei Pionieri d’Italia e il Pioniere, sono state le uniche organizzazioni che
abbiano fatto conoscere e diffuso gli ideali antifascisti e dei lavoratori tra i
ragazzi, le sole che abbiano chiamato i ragazzi ad essere partecipi della storia
che essi, vivevano, giorno per giorno, con i loro genitori; di essere partecipi
delle lotte aspre e generose condotte dalla parte migliore dell’umanità per
la pace e la giustizia umana.
Essere
stato Pioniere è quindi motivo di profondo orgoglio ancor oggi per molti
ragazzi di ieri.
Luciano
Bezeredy,
Ge, 18 gennaio 2004
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